Care Volontarie e cari Volontari,
la riforma del Terzo settore del 2017 ha introdotto una serie di cambiamenti nelle forme e nel modo di operare delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale. Questi interessano, ad esempio, le regole e gli adempimenti cui siamo chiamati: regolamenti, statuti, bilanci, contabilità, trasparenza, sicurezza, partita iva, per citarne solo alcuni. Si tratta indubbiamente di un accrescimento di adempimenti di cui a volte si fatica a cogliere il significato. Tuttavia, il senso della riforma si può riassumere nella volontà di riconoscere le organizzazioni del terzo settore quali attori centrali nell’economia sociale. Ed è per questo che sono stati dotati di un proprio registro, definendo le condizioni per farne parte. Ciò comporta ovviamente un impegno per le associazioni e richiede loro di dotarsi di una organizzazione adeguata il cui scopo primo deve essere sempre quello di valorizzare al meglio il tempo e l’impegno dei volontari. Se dunque la riforma introduce nuove regole, il modo migliore per utilizzarle senza subirle è quello di conoscerne le logiche e di saperle applicare, senza sottrarsi dal proporre miglioramenti. Ed è anche a questi compiti di informazione, di formazione e di consulenza che sono chiamati i Centri Servizi Volontariato.
Spesso assistiamo alla dolorosa affermazione di una carenza di volontari. L’alternativa che abbiamo di fronte è proprio quella di offrire l’opportunità, ad ogni cittadino, di essere parte delle nostre associazioni, ripartendo da una domanda: stiamo facendo il meglio per accogliere e valorizzare l’impegno di ciascuno? Come possiamo rendere le nostre organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale più inclusive, più attraenti, più efficienti? E più direttamente, come Centri Servizi, come possiamo rendere più efficace la nostra azione di fronte a queste sfide? Queste domande ci hanno accompagnato nel corso di questo anno in cui abbiamo incontrato anche associazioni alle prese con la difficoltà di riuscire a cogliere il proprio spazio tra le istituzioni e le imprese e che vivono talvolta un senso di spaesamento. Chi siamo oggi? Perché non siamo più quelle di una volta?
Anche nel Terzo settore è evidentemente ben presente la fatica dei passaggi generazionali. Ora, riuscire a leggere il cambiamento e interpretarne in bisogni, anche nuovi ed emergenti, è una capacità dei volontari, vicini alla comunità e spinti dalla essenzialità del dare un aiuto concreto. Saper organizzare l’attività è oggi più che mai fondamentale per dare efficacia e senso al lavoro e richiede capacità di ascolto e di dialogo sia all’interno della propria organizzazione sia con le istituzioni, gli enti locali, finanche con le imprese. È proprio sugli aspetti di rafforzamento degli Ets nell’organizzazione del proprio lavoro e nella cura del rapporto con gli stakeholder che si è concentrato l’impegno del Csv, tanto nell’attività dello scorso anno che nella programmazione del 2024: aumentando la capacità di svolgere attività di consulenza mirata, fornendo contenuti formativi rispondenti all’evoluzione del contesto e delle sfide che devono affrontare le Odv e le Aps, costruendo relazioni bilaterali tra Ets e mondo profit.
L’idea che ci guida è che il Terzo settore possa e debba avere un ruolo di interlocutore attivo anche nella programmazione delle comunità. Ciò richiede prima di tutto di stare al tavolo in modo corretto ed efficace con altre associazioni e con le istituzioni. Accompagnare gli Ets e in particolare le Odv n questo percorso è il lavoro che stiamo svolgendo e che speriamo possa ritrovarsi in questo Bilancio Sociale.
Grazie e buon lavoro a tutti noi.
Elisa Corrà
Presidente CSV Belluno Treviso