Quattro tappe nel Bellunese per la Giornata mondiale della sindrome di Down

Incontri ed eventi finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza sui diritti delle persone con sindrome di Down. Li organizza, sul territorio provinciale, l’Associazione Italiana Persone Down (Aipd) sezione di Belluno in prossimità della Giornata mondiale della sindrome di Down (21 marzo).

Quest’anno il calendario, presentato ieri (13 marzo) presso la sede bellunese del Csv, è ricco grazie anche alla partecipazione di Aipd Belluno al progetto nazionale “Tutti in Piazza!”, sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, che vede coinvolte altre 22 sezioni in tutta Italia con l’obiettivo di far crescere la capacità di autodeterminazione delle persone con sindrome di Down. Diverse le iniziative nate in tale contesto.

Prima tappa sarà, venerdì 17 marzo a Feltre (alle 20 presso la Palazzina Bonsembiante al Campus “Tina Merlin”), un incontro gratuito e aperto a tutti, che vedrà la presentazione dei dati della ricerca Censis sul tema (Progetto “Non uno di meno”) e la proiezione del film “Come una vera coppia” con, a seguire, un intervento sul tema “affettività e sessualità” a cura di Anna Contardi, assistente sociale, coordinatrice Aipd nazionale fino al 2022 e vicepresidente Edsa (European Down Syndrome Association).

Il giorno dopo, sabato 18, tappa a Belluno in Piazza dei Martiri dalle 9.30 alle 13.30. Oltre allo stand informativo vi sarà, dalle 10 alle 11, un momento dedicato all’inclusione con il coinvolgimento delle scuole e di realtà che lavorano nell’ambito della disabilità. Dopo i saluti del presidente Aipd Belluno Vainer Lucchetta, è previsto un breve dibattito circa i diritti delle persone con disabilità (in particolare diritto al lavoro, al voto, ad innamorarsi e sposarsi, ad una partecipazione attiva nella società) con l’intervento di alcune persone con sindrome di Down, seguito da balli di gruppo e un Flash mob.

Ancora, domenica 26 l’Aipd si sposta a Santa Giustina con uno stand informativo in occasione della manifestazione “Mercante per un giorno” organizzata dall’esercizio “Naftalina Vintage”, i cui proventi andranno alla sezione bellunese. Lo stesso giorno, alle 16, c’è un appuntamento anche a Quero Vas, presso il Centro culturale “Bice Lazzari”, con la Banda Setteville in concerto a favore dell’Aipd; nel gruppo musicale anche giovani musicisti con sindrome di Down.

Quattro protagonisti seguiti dall’associazione e coordinati dall’operatrice Maria Paolina De Nale, da gennaio lavorano al calendario. Per Federica Zanella «è un bel progetto che coinvolge tante persone con sindrome di Down in tutta Italia». Così Tiziano Moretti invita a partecipare il 18 marzo: «Andiamo tutti in piazza e facciamo sentire la nostra voce»;  “Venite a conoscere i nostri diritti italiani e di tutti» fa eco Anna Lucchetta. Luca Corso ha le idee chiare: «Vado in piazza per parlare del diritto di lavorare. Per esempio io sono cuoco; il mio lavoro è faticoso».

 

Alcuni dati nazionali

Aipd Belluno ha collaborato al questionario del Censis che ha consentito di raccogliere alcuni dati, a livello nazionale, che trovano conferma anche per la realtà bellunesi (interessati 1.192 caregiver familiari di persone con sindrome di Down di 38 sezioni italiane); la maggior preoccupazione, per un percorso di integrazione sociale, riguarda in particolare la fascia che supera i 44 anni, problematica condivisa per la situazione bellunese.

L’attività attuale prevalente

Complessivamente a frequentare la scuola è il 29,7%, cui si aggiunge l’1,9% che frequenta un corso di formazione professionale e lo 0,1% che va all’università. Il 18,1% frequenta un centro diurno, il 21,8% lavora, mentre a non svolgere nessuna attività è il 22,9%. Quest’ultimo dato si alza drasticamente al crescere dell’età e raggiunge il 44,8% tra chi ha più di 45 anni (tra questi il 41,3% frequenta un centro diurno, punto di riferimento importante per uscire di casa).

Il lavoro

Attualmente solo il 13,3% lavora con un contratto di dipendenza o di collaborazione a cui si può associare il 2,5% che lavora in una cooperativa sociale. Anche qui il dato più preoccupante (73,8% ) riguarda gli over 44.

La vita sociale

Per la maggior parte dei bambini con sindrome di Down esistono i presupposti perché vivano il tempo libero in modo socialmente attivo, ma già nell’adolescenza lo svolgimento di attività fisica informale scende in modo vistoso e aumenta la quota, fino al 22,9% degli over 44, che non lo fa mai.

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